(Pssst! If you want to read this article in English go here.)
È il 29 Luglio, ci lasciamo alle spalle il riverbero delle case colorate di Camogli e il suo vociare estivo; il mare lo perdiamo di vista dopo poco e le curve ci portano nella vegetazione verdissima dell’entroterra, è piena estate, ogni fogliolina è sveglia. Prima c’era il profumo torrido e luminoso del mare, ora l’odore è quello fresco del bosco nelle ore sonnolente di metà pomeriggio. Il mare, qui, non esiste. Il filo di Paglia è una magia fuori dal campo semantico della parola Liguria.
Ci accompagna il bosco e una strada stretta che si perde tra gli alberi, ci accoglie il sorriso effervescente di Sergio.
Descrivere Il Filo di Paglia come un ristorante o un agriturismo è davvero riduttivo. Il Filo di Paglia è una famiglia intera che ha preso le sue radici (la casa dei nonni, i luoghi d’infanzia) e le ha fatte diventare futuro, rispettando i propri sogni, rispettando le proprie origini e rispettando la natura (è la prima casa di paglia della Liguria!) Ogni ingrediente è coltivato dalle mani piene di energia di Francesca – la mamma….o allevato / trasformato in formaggio dalle manone di Marco – il papà chef – (allevano le mucche cabannine – presidio Slow Food); il pane è fatto in casa, come praticamente ogni cosa, con pasta madre.
È un piccolo cosmo in cui ogni componente della famiglia è riuscito a costruire il suo spazio, continuando però a giocare con gli altri per offrire all’ospite, che ospite in realtà non si sente, un’esperienza verissima e buona.
In ogni dettaglio c’è una scintilla di passione, una storia, una scelta e noi viviamo nella dicotomia di stare in un posto fuori dal tempo e di sentirci a casa. Alla mattina ci svegliano le cicale.
Poi il giorno si scioglie in una sera fresca e inizia la cena. Ora, onestamente, non sappiamo bene dove cominciare; come quando si sta bene, le foto dei piatti non le abbiamo manco fatte.
Abbiamo, però, due foto che parlano da sole forse. Una rappresenta un viaggio meraviglioso nel Mediterraneo, i gusti della macchia, siamo stati catapultati nelle isole greche e poi in Liguria e poi in Sardegna e poi in mezzo al mare. L’altra è una tavolozza di formaggi, o forse, è un capolavoro.
Dietro al nome c’è un libro di Masanobu Fukuoka e dietro al libro una filosofia del “meno”. Spogliandosi fino all’essenziale della natura, il Filo di Paglia ti arricchisce di bellezza, ti riempie la pancia di cose buone e liquidi pregiati, ti farcisce il cuore di ricordi.
In September our plans were to go to Umbria and discover it by bike. Umbria is a region in the middle of Italy, between Toscana and Marche. We like to think that is the little heart of our “boot”, set there in the middle and sometimes a little bit shaky.
now the smell is the fresh one of the forest in the sleepy hours of mid-afternoon.
The sea does not exist here. Il filo di Paglia is a magical thing way out of the semantic field of the word Liguria.
Indigeno gnam: in Liguria, Il filo di Paglia
(Pssst! If you want to read this article in English go here.)
È il 29 Luglio, ci lasciamo alle spalle il riverbero delle case colorate di Camogli e il suo vociare estivo; il mare lo perdiamo di vista dopo poco e le curve ci portano nella vegetazione verdissima dell’entroterra, è piena estate, ogni fogliolina è sveglia.
Prima c’era il profumo torrido e luminoso del mare, ora l’odore è quello fresco del bosco nelle ore sonnolente di metà pomeriggio.
Il mare, qui, non esiste. Il filo di Paglia è una magia fuori dal campo semantico della parola Liguria.
Ci accompagna il bosco e una strada stretta che si perde tra gli alberi, ci accoglie il sorriso effervescente di Sergio.
Descrivere Il Filo di Paglia come un ristorante o un agriturismo è davvero riduttivo. Il Filo di Paglia è una famiglia intera che ha preso le sue radici (la casa dei nonni, i luoghi d’infanzia) e le ha fatte diventare futuro, rispettando i propri sogni, rispettando le proprie origini e rispettando la natura (è la prima casa di paglia della Liguria!)
Ogni ingrediente è coltivato dalle mani piene di energia di Francesca – la mamma….o allevato / trasformato in formaggio dalle manone di Marco – il papà chef – (allevano le mucche cabannine – presidio Slow Food); il pane è fatto in casa, come praticamente ogni cosa, con pasta madre.
È un piccolo cosmo in cui ogni componente della famiglia è riuscito a costruire il suo spazio, continuando però a giocare con gli altri per offrire all’ospite, che ospite in realtà non si sente, un’esperienza verissima e buona.
In ogni dettaglio c’è una scintilla di passione, una storia, una scelta e noi viviamo nella dicotomia di stare in un posto fuori dal tempo e di sentirci a casa. Alla mattina ci svegliano le cicale.
Poi il giorno si scioglie in una sera fresca e inizia la cena. Ora, onestamente, non sappiamo bene dove cominciare; come quando si sta bene, le foto dei piatti non le abbiamo manco fatte.
Abbiamo, però, due foto che parlano da sole forse. Una rappresenta un viaggio meraviglioso nel Mediterraneo, i gusti della macchia, siamo stati catapultati nelle isole greche e poi in Liguria e poi in Sardegna e poi in mezzo al mare.
L’altra è una tavolozza di formaggi, o forse, è un capolavoro.
Dietro al nome c’è un libro di Masanobu Fukuoka e dietro al libro una filosofia del “meno”. Spogliandosi fino all’essenziale della natura, il Filo di Paglia ti arricchisce di bellezza, ti riempie la pancia di cose buone e liquidi pregiati, ti farcisce il cuore di ricordi.
Come li abbiamo trovati? Grazie al libro “Dormire e mangiare nell’orto”
Qual è il loro sito? Ecco qui!
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Indigeno exploring Umbria
In September our plans were to go to Umbria and discover it by bike. Umbria is a region in the middle of Italy, between Toscana and Marche. We like to think that is the little heart of our “boot”, set there in the middle and sometimes a little bit shaky.
Indigeno gnam: in Liguria, Il filo di Paglia
now the smell is the fresh one of the forest in the sleepy hours of mid-afternoon.
The sea does not exist here. Il filo di Paglia is a magical thing way out of the semantic field of the word Liguria.